La nascita della psicoanalisi è legata proprio alla ricerca e scoperta della causa psichica delle malattie organiche che esplicano una funzione in rapporto all’intera vita esistenziale del paziente
La persona incapace di avvertire il proprio disagio psichico, emotivo, lo manifesta attraverso il corpo
Io credo che bisogna riformulare il pensiero di “malattia” al di là la della dicotomia mente-corpo
Spesso le persone vivono una dissociazione tra mente e corpo, sentendo di “possedere” un corpo invece di “esserlo”
Ritengo che la cura della persona richieda un lavoro integrato sul corpo e sulla mente in cui al centro dell’attenzione c’è la persona nell’espressività unica della sua sofferenza
Non si tratta quindi più di curare un sintomo ma la persona nella sua interezza
Lo sguardo medico è imprescindibile per individuare patologie mediche, per curarle o per escluderle, ma se si trascurano gli aspetti psicologici della malattia ritengo che la cura medica sarà solo una cura a metà
Il mio lavoro come psicoterapeuta con persone afflitte da sintomi e malattie corporee parte sempre da alcune domande che costituiscono la premessa della ricerca del significato peculiare di un sintomo nella vita di una persona
Il sintomo corporeo non ha un predefinito significato simbolico: è solo attraverso la ri-costruzione della storia emotiva del paziente che gli si può attribuire il suo valore
Perché la persona si è ammalata? Perché una patologia piuttosto che un’altra? Perché in un certo organo? Perché proprio in un certo momento della sua vita?
Corpo e psiche comunicano segretamente: ciò che non si può dire a parole viene espresso tramite il corpo
Inconsciamente, infatti, e senza possibilità di alcun controllo, il nostro corpo si esprime con un linguaggio tutto suo diverso da quello mentale a cui siamo abituati: non dimentica niente, immagazzina, conserva, ricorda e si esprime
Ci parla delle paure, angosce, bisogni, desideri dell’individuo e della sua storia relazionale
Il corpo racconta ciò che ha vissuto, ciò che l’individuo non trova le parole per esprimere o che teme non venga ascoltato
L’essere umano inizia ad essere consapevole del suo essere al mondo attraverso la consapevolezza del suo corpo
Il corpo è il primo canale espressivo del neonato
I disturbi del corpo rimandano proprio agli stati più arcaici della costruzione della persona: corpo e mente sono indissolubilmente legate in un’innegabile reciprocità
La compenetrazione tra eventi del corpo e i contenuti simbolici della mente dura tutta la vita
Le emozioni hanno un effetto diretto sulle funzioni organiche e viceversa
Nelle persone con tendenza alla manifestazione sul corpo dei propri disagi e della propria sofferenza prevale un uso massiccio e difensivo della negazione e della scissione: un’emozione inaffrontabile è stata incapsulata e relegata lontano affinché non invada e travolga la mente del soggetto
Questo uso difensivo della negazione e della scissione può avere origini differenti: alla persona può essere mancata una alfabetizzazione emotiva, che sarebbe dovuta avvenire nei rapporti primordiali tra il bambino ed il suo ambiente originario
Essa, come una sorta di alfabeto emotivo, avrebbe dovuto insegnare al bambino a dare un nome alle sue emozioni, a riconoscerle ed esprimerle
Se questo passaggio non è avvenuto tutto il mondo emotivo della persona è rimasto vivo ma nascosto, apparentemente irraggiungibile finche’ non trova uno sbocco espressivo nel corpo
Il sintomo fisico emerge allora come un clandestino diventando così espressione corporea di un qualcosa che non può più rimanere silente
E, da lì in avanti, sarà il corpo a costituire il palcoscenico delle emozioni e delle relazioni che costituiscono il mondo interno della persona
Questo meccanismo continuerà a ripetersi fino a che la persona non sarà in grado di entrare in contatto con le proprie emozioni e costruire un ponte verso il proprio mondo interno, un ponte di collegamento tra i vissuti autentici, antichi e il loro affiorare a livello cosciente
I sintomi potranno così essere pensati e finalmente espressi e tradotti in parole, primo passo indispensabile per poterli affrontare ed elaborare
O ancora, con il disagio e la malattia il corpo si fa portavoce di una qualche esperienza che ha vissuto sulla sua pelle e che preme per trovare un significato ed una elaborazione
I meccanismi biologici che portano alla malattia sono espressione quindi di per sé, di una funzione sana: sono dei simboli da decifrare
Come i sogni
A meno che la sindrome psicofisica non abbia a lungo andare determinato nel corpo alterazioni funzionali irreversibili, essa potrà regredire durante un trattamento psicoanalitico perché nella relazione analitica si riattualizzerà tutto il mondo emotivo del paziente, fin dalle sue origini, e alcune esperienze relazionali, a suo tempo impedite o mai avvenute, potranno essere rivissute o anche avere luogo per la prima volta
Come psicoanalista ho spesso associato il corpo dei pazienti affetti da malattie del corpo alla fiaba di Pinocchio: bambino reale, autentico ma rinchiuso in un corpo di legno che non gli si addice, rigido e da cui, dopo un lungo cammino di crescita, si libererà
La persona incapace di avvertire il proprio disagio psichico, emotivo, lo manifesta attraverso il corpo
Io credo che bisogna riformulare il pensiero di “malattia” al di là la della dicotomia mente-corpo
Spesso le persone vivono una dissociazione tra mente e corpo, sentendo di “possedere” un corpo invece di “esserlo”
Ritengo che la cura della persona richieda un lavoro integrato sul corpo e sulla mente in cui al centro dell’attenzione c’è la persona nell’espressività unica della sua sofferenza
Non si tratta quindi più di curare un sintomo ma la persona nella sua interezza
Lo sguardo medico è imprescindibile per individuare patologie mediche, per curarle o per escluderle, ma se si trascurano gli aspetti psicologici della malattia ritengo che la cura medica sarà solo una cura a metà
Il mio lavoro come psicoterapeuta con persone afflitte da sintomi e malattie corporee parte sempre da alcune domande che costituiscono la premessa della ricerca del significato peculiare di un sintomo nella vita di una persona
Il sintomo corporeo non ha un predefinito significato simbolico: è solo attraverso la ri-costruzione della storia emotiva del paziente che gli si può attribuire il suo valore
Perché la persona si è ammalata? Perché una patologia piuttosto che un’altra? Perché in un certo organo? Perché proprio in un certo momento della sua vita?
Corpo e psiche comunicano segretamente: ciò che non si può dire a parole viene espresso tramite il corpo
Inconsciamente, infatti, e senza possibilità di alcun controllo, il nostro corpo si esprime con un linguaggio tutto suo diverso da quello mentale a cui siamo abituati: non dimentica niente, immagazzina, conserva, ricorda e si esprime
Ci parla delle paure, angosce, bisogni, desideri dell’individuo e della sua storia relazionale
Il corpo racconta ciò che ha vissuto, ciò che l’individuo non trova le parole per esprimere o che teme non venga ascoltato
L’essere umano inizia ad essere consapevole del suo essere al mondo attraverso la consapevolezza del suo corpo
Il corpo è il primo canale espressivo del neonato
I disturbi del corpo rimandano proprio agli stati più arcaici della costruzione della persona: corpo e mente sono indissolubilmente legate in un’innegabile reciprocità
La compenetrazione tra eventi del corpo e i contenuti simbolici della mente dura tutta la vita
Le emozioni hanno un effetto diretto sulle funzioni organiche e viceversa
Nelle persone con tendenza alla manifestazione sul corpo dei propri disagi e della propria sofferenza prevale un uso massiccio e difensivo della negazione e della scissione: un’emozione inaffrontabile è stata incapsulata e relegata lontano affinché non invada e travolga la mente del soggetto
Questo uso difensivo della negazione e della scissione può avere origini differenti: alla persona può essere mancata una alfabetizzazione emotiva, che sarebbe dovuta avvenire nei rapporti primordiali tra il bambino ed il suo ambiente originario
Essa, come una sorta di alfabeto emotivo, avrebbe dovuto insegnare al bambino a dare un nome alle sue emozioni, a riconoscerle ed esprimerle
Se questo passaggio non è avvenuto tutto il mondo emotivo della persona è rimasto vivo ma nascosto, apparentemente irraggiungibile finche’ non trova uno sbocco espressivo nel corpo
Il sintomo fisico emerge allora come un clandestino diventando così espressione corporea di un qualcosa che non può più rimanere silente
E, da lì in avanti, sarà il corpo a costituire il palcoscenico delle emozioni e delle relazioni che costituiscono il mondo interno della persona
Questo meccanismo continuerà a ripetersi fino a che la persona non sarà in grado di entrare in contatto con le proprie emozioni e costruire un ponte verso il proprio mondo interno, un ponte di collegamento tra i vissuti autentici, antichi e il loro affiorare a livello cosciente
I sintomi potranno così essere pensati e finalmente espressi e tradotti in parole, primo passo indispensabile per poterli affrontare ed elaborare
O ancora, con il disagio e la malattia il corpo si fa portavoce di una qualche esperienza che ha vissuto sulla sua pelle e che preme per trovare un significato ed una elaborazione
I meccanismi biologici che portano alla malattia sono espressione quindi di per sé, di una funzione sana: sono dei simboli da decifrare
Come i sogni
A meno che la sindrome psicofisica non abbia a lungo andare determinato nel corpo alterazioni funzionali irreversibili, essa potrà regredire durante un trattamento psicoanalitico perché nella relazione analitica si riattualizzerà tutto il mondo emotivo del paziente, fin dalle sue origini, e alcune esperienze relazionali, a suo tempo impedite o mai avvenute, potranno essere rivissute o anche avere luogo per la prima volta
Come psicoanalista ho spesso associato il corpo dei pazienti affetti da malattie del corpo alla fiaba di Pinocchio: bambino reale, autentico ma rinchiuso in un corpo di legno che non gli si addice, rigido e da cui, dopo un lungo cammino di crescita, si libererà